Il silenzio nutre. Protegge. Educa. Avvolge. Accompagna. O ci precede. Perché, quando finalmente lo senti, hai la sensazione che lui fosse stato sempre lì, ad aspettarti.
Il silenzio è denso. E’ liquido. E’ nero o luminoso. Il silenzio è fatto di aria. O di piombo.
Il silenzio non è tutto uguale. Come non esiste un tramonto uguale ad un altro. Il silenzio per taluni buddhisti è “tonante”. Solamente nel silenzio posso ascoltare davvero.
Il silenzio è un dono, si dà e si riceve.
La consuetudine al silenzio rende sensibili, e attenti. Il silenzio è maestro di consapevolezza.
Il silenzio purifica.
Nella psiche il silenzio, come assenza di emissione sonora, corrisponde nel corpo all’assenza di movimento. Il binomio: assumo una posa immobile e nel silenzio della mente, è la chiave della meditazione.
In silenzio, posso sedermi e osservare il fluire, l’andare e venire dei pensieri, come quando mi siedo sulla riva del mare e osservo il movimento delle onde. In quei momenti non dirigo, non decido, non scelgo. Ne osservo l’intrinseca natura, il continuo formarsi e dissolversi, contemplo senza alcuno scopo se non quello di contemplare.
Coltivare il silenzio è un’arte. Perché il silenzio richiede cura, dedizione, e pazienza.
Il silenzio va frequentato, praticato, perfezionato. Possiamo incontrare maestri che ce lo indicano, e ce lo insegnano. L’attitudine al silenzio non è – più, per noi della civiltà del rumore – istintiva ed innata. Del silenzio, non si sa più che farsene.
Essere artisti del silenzio.
Ecco il dono.
(photo by Gideon Knight – titolo: La luna e il corvo)
Il
Silenzio è ascolto
Delle Parola
È la parola è frutto
Del silenzio
Siamo silenzio che diventa parola e poi silenzio