Oggi vorrei parlarvi del rapporto tra cibo e yoga.
Farvi riflettere sul fatto che ogni cosa di cui ci nutriamo è “cibo”. Si nutre il nostro corpo, per la propria sopravvivenza. Ma non solo: si nutre la nostra mente, si nutrono le nostre emozioni, si nutre la nostra energia, si nutre il nostro spirito… Parlare, quindi, di cibo significa, dal mio punto di vista, prendere in considerazione tutto ciò di cui si alimenta il nostro sè psico-corporeo. Partiamo dal cibo, e domandiamoci qual’è il nostro atteggiamento mentre ci nutriamo? Applichiamo ascolto, rispetto, gratitudine, consapevolezza, all’atto del nutrirsi? O mangiamo travolti dalla distrazione, dal suono della tv (e magari dalle tristi e violente notizie dei telegiornali), da stimoli disturbanti a livello mentale o emozionale? Mentre mangiamo, siamo realmente nel “qui ed ora”, nella sensorialità, o l’atto del cibarsi è un azione a cui non riserviamo il giusto ascolto, proiettati nel passato o nel futuro, immersi nel nostro rimuginare mentale? In ogni ordine monastico, occidentale ed orientale, grande attenzione è riservata al momento del pasto, che viene consumato in silenzio, nella pace e in tranquillità.
Questa bellissima immagine ci racconta del refettorio dell’abbazia benedettina di Monte Oliveto Maggiore (Siena), dove i monaci consumano i pasti:
E questa ci parla del pasto dei monaci buddhisti:
Sono certo realtà molto distanti dalla nostra quotidianità. Tuttavia, possiamo cominciare a riflettere non solo su “cosa” mangiamo, ma anche su “come” lo facciamo. Tante parole si spendono su quello che si dovrebbe mangiare, e troppo poco si parla della qualità emozionale dell’atto del cibarsi.
Questo è il tema delle Meditazioni sul Cibo che propongo alla Casa dell’Arte.
Ve ne parlerò nel prossimo articolo.
Buon appetito!
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