Respirare. Può accadere che l’angoscia blocchi il respiro in strane apnee. Il corpo ha reazioni istintive, ed autonome, di preservazione, di auto protezione, di sopravvivenza organica. La tensione può chiudere il torace, l’addome, le mascelle. Chiude il cuore. Ascoltare tutto questo, Esplorarne le risonanze profonde.
Essere svegli, e attenti; riconoscere i muri della chiusura, dettati dalla situazione, dall’incertezza, e dalla paura. Percepirli, frequentarli, e salutarli senza trattenerli: lasciare che si sciolgano nel respiro. Respirare ogni singolo respiro lasciandosi respirare: il respiro che da dentro scivola fuori, e che dal fuori viene risucchiato all’interno. Il respiro che va dal piccolo al grande, e che dal grande torna al piccolo, circolarmente. Discriminare la mancanza di spazio fisico, da quello psicologico: non sempre coincidono. Nell’attraversare lo spazio, farsi consapevoli della sua presenza, fuori e dentro di noi. L’istante condensato in goccia di consapevolezza, si incarna nel seme della presenza.
Guardare fuori dalla finestra, nel punto più lontano che lo sguardo possa scorgere: aiuta la retina, la mente ed il cuore.
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