La “nuda attenzione” è definita come “la chiara e sicura consapevolezza di ciò che realmente avviene a noi e in noi, nei successivi momenti di percezione”. La nuda attenzione senza oggetto non cerca di cambiare qualcosa, ma osserva la mente, le emozioni e il corpo così come sono.
Il tema unificante del buddhismo è: “Concentrate l’attenzione, momento per momento, esattamente su ciò che state sperimentando, separando le vostre reazioni dagli eventi puramente sensoriali.”
La chiave della potenzialità di trasformazione insita nella nuda attenzione sta nell’ingiunzione in apparenza semplice di separare le reazioni personali dagli eventi in sé. Il più delle volte la nostra mente si trova in uno stato di reattività. Noi lo diamo per scontato, non mettiamo in discussione le identificazioni automatiche che stabiliamo con le nostre reazioni e ci percepiamo alla mercè di un mondo esterno spesso ostile o frustrante, o di un mondo interno incontrollabile e spaventoso. Con la nuda attenzione ci spostiamo da questa identificazione automatica con la nostra paura o la nostra frustrazione a una prospettiva vantaggiosa da cui la paura o la frustrazione vengono osservate con lo stesso interesse spassionato di qualsiasi altra cosa. Con questo cambiamento si ottiene una immensa libertà. Anziché fuggire dalle emozioni penose, o aggrapparsi a quelle piacevoli, colui che pratica la nuda attenzione diventa capace di contenere qualsiasi reazione facendole spazio, ma non identificando visi completamente, grazie alla presenza simultanea della consapevolezza non giudicante.
(tratto da: Mark Epstein – Pensieri senza un pensatore)
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